Nasce il progetto BAPSI per unire mondo della pesca e scuola

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Nasce il progetto BAPSI per unire mondo della pesca e scuola

Le ultime settimane hanno visto l’emergere e la diffusione mediatica di un innovativo progetto con il lancio del website dell’importante attività avviata: il progetto BAPSI. Il progetto BAPSI nasce dalla consapevolezza della diffusone costante dei prodotti ittici in tutto il mondo e dalla necessità di rispondere a tali consumi con sostenibilità, formazione e cooperazione tra le varie strutture del mondo ittico.

I professionisti che lavorano nel settore del mare devono essere dotati di competenze tecniche e scientifiche in tema di sostenibilità e pesca e una mancanza di connessione tra l’industria e l’istruzione, degli alunni delle scuole, dei paesi europei è stata identificata come una causa della mancanza di conoscenze condivise per il mondo ittico e per le future prospettive in tema di sostenibilità del settore e rispetto del mare e degli oceani.  Il progetto BAPSI mira a promuovere  un dialogo proficuo tra il settore industriale della pesca e l’istruzione, al fine di rispondere alla necessità dei professionisti di essere costantemente formati e attrezzati coerentemente con le esigenze del settore. L’idea progettuale mira a mettere insieme i rappresentanti diretti del comparto industriale della pesca, gli enti accademici e di ricerca e i progetti che saranno sviluppati nel corso del programma d’azione di BAPSI mirano a  potenziare figure professionali ibride, dotate di precise competenze richieste dall’industria ittica, senza dimenticare la necessaria preparazione in tema di sostenibilità ambientale e valorizzazione del mare.

Il Progetto Europeo BAPSI (Blue Academy for Professionals of the Seafood Industry) sviluppa sinergie, cooperazione e formazione comune tra Italia, Spagna, Portogallo ed è stato cofinanziato dal programma EASME dell’Unione Europea.

Gli oceani sono sottoposti a un’enorme pressione legata all’attività dell’uomo e al cambiamento climatico: ondate anomale ondate di calore, acidificazione delle acque e una pesca eccessiva e illegale che interessa oltre il 90% degli stock ittici stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di molte specie marine”, ribadiscono i protagonisti del progetto ed è giunto il momento, attraverso formazione e competenze, di rivedere il futuro del settore.

Articolo pubblicato dal quotidiano ittico “Pesceinrete“.

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